Varcato il cancello principale si sale verso il Palazzo in cui l’orizzontalità prevale sulla verticalità. Alle sue spalle c’è un ninfeo, “il famoso teatro” delle acque, disegnato da C. Maderno al cui centro è posta la Fontana dell’Atlante. E’ un angolo magico, segreto, nascosto allo sguardo di chi vede la Villa venendo da Roma. Proprio per tenerlo nascosto furono forse anche progettate le due predette terrazze pensili. A sottolinearne la riservatezza è anche la facciata “segreta”del Palazzo (quella che dà sul teatro delle acque) la quale è molto più articolata e preziosa rispetto alla principale dalle linee severe e lineari. Una specie di torre-belvedere con triplice loggia che dà sul ninfeo domina la parte centrale della facciata “segreta”; tale aggetto sembra bilanciare il semicerchio del sottostante teatro delle acque. Il tutto è in chiaro stile barocco.
L’Agucchi riferisce che “il sito ha congeduto questo privilegio, che dallo stare in camera si godono le fonti, donde nelli altri giardini per lo più bisogna uscir di casa et andarle a cercare”. Molti i simbolismi del parco; l’acqua è vista come la catarsi della materia attraverso tutto un percorso che parte dal giardino selvaggio per giungere vorticosamente in basso.
La prima fontana (due mascheroni e due nicchioni) è il simbolo della natura con la sua forza incontrastabile; la seconda (custodisce statue di due contadini) rappresenta gli uomini quando riescono a piegare la natura, utilizzandola per i propri bisogni. Il percorso catartico dell’acqua continua con il passaggio sotto un arco di roccia, poi scorre tra due imponenti Colonne d’Ercole (simbolo della potenza degli Aldobrandini ed intimazione a non andare oltre: il motto latino “non plus ultra”). Quindi l’acqua continua il suo percorso meno vorticosamente verso il basso tramite una suggestiva scalinata il che crea un susseguirsi di gorgoglianti cascatelle. Poi l’acqua scompare per zampillare all’improvviso dalla stella dello stemma Aldobrandini e nella sottostante fontana di Atlante che sorregge il mondo.
Chiara è l’allegoria con Clemente VIII che sulle sue spalle sorreggeva il peso del governo della Chiesa essendo un papa-re. Degne di nota le decorazioni delle due estremità laterali del Ninfeo: la cappella di S. Sebastiano (pitture del Domenichino e T.Passignano) e la stanza di Apollo (le cui decorazioni parietali del Domenichino sono alla National Gallery di Londra; resta la volta affrescata dal Passignano).
Per quanto riguarda il Palazzo, occorre ricordare che le stanze del piano nobile hanno una copertura a volta. Un più o meno recente restauro ha ridato bellezza e vivacità alla nota Sala del Parnaso. La famiglia Pamphili, al cui trionfo è dedicata tutta la volta, fece affrescarne le pareti sui temi “L’officina di Vulcano” e “Il monte Parnaso”; Annesso De Barba le realizzò con “sughi d’erbe”. L’ala destra del Palazzo invece ospita stanze affrescate dal Cavalier d’Arpino con episodi ispirati da storie tratte dalla Bibbia. Da non sottacere è la bella stanza dei “Corami”: quadri di cuoio lavorato e dipinto che fanno bella mostra di sé sulle pareti.
Della Villa Aldobrandini è visitabile solo il giardino su prenotazione.
Scarica gratuitamente le nostre audioguide o le guide tascabili.
Patrocinio Comune di Tivoli
Assessorato al Turismo